“Briglia della Comare”: Tortura Rinascimentale che puniva il Pettegolezzo

Questo articolo in breve

Le punizioni corporali sono sempre state considerate un deterrente per chiunque avesse in mente di commettere qualcosa di sbagliato. Dall’antichità fino ai giorni nostri (purtroppo), la tortura non ha mai smesso di essere usata come forma di punizione o come “incentivo” alla confessione di un crimine.

E’ fin troppo notorio il ricorso a punizioni corporali durante il periodo dell’inquisizione, quando anche il minimo sospetto di eresia o stregoneria, portava a terribili condanne.
In Scozia, durante il Rinascimento, a molte donne non occorreva commettere chissà quale grave crimine per subire un’orribile punizione, bastava essere un po’ pettegole…
Per questo “crimine” così diffuso fu inventato uno strumento di tortura ad hoc: la mordacchia, o briglia della comare (Scold’s bridle).

Si trattava di una sorta di museruola di ferro, da chiudersi intorno alla testa, munita di una piastra che andava a premere sulla lingua. Lo scopo di questo dispositivo era quello di impedire di parlare, e ovviamente di mangiare, alla malcapitata pettegola. Talvolta, sulla piastrina era posizionata una punta di ferro, che provocava gravi ferite ad ogni minimo movimento della lingua: anche la più chiacchierona delle donne avrebbe desistito. Non ritenendo sufficiente questa punizione corporale, per espiare il reato la donna doveva anche essere umiliata pubblicamente: veniva condotta al guinzaglio in giro per la città, molto spesso dal proprio marito. Tutti coloro che la incrociavano lungo la strada avevano il diritto di insultarla, sputarle addosso e perfino picchiarla: la violenza non era scoraggiata.

La briglia della comare era una forma di punizione che in qualche modo si rifaceva all’antica prassi dell’occhio per occhio, dente per dente: chi amava parlare troppo e a vanvera, calunniando altre persone, doveva essere colpito proprio sulla lingua. Il dolore era una forma di catarsi che cancellava il peccato. La mordacchia veniva quindi imposta a donne, e in rarissimi casi a uomini, che si rendevano colpevoli di calunnie. Il vero problema, probabilmente, era stabilire il confine tra mero pettegolezzo e reale calunnia. La briglia, in ogni caso, divenne una punizione per quelle donne che in qualche modo mettevano in discussione l’autorità del marito, o che, se maltrattate, ne parlavano con altre persone.

Una delle prime donne ad essere sottoposta a questa tortura fu Bessie Tailiefeir, che nel 1567, in Scozia, aveva diffamato un certo Baillie Hunter: la “pettegola” andava dicendo in giro che l’uomo aveva imbrogliato sulla misurazione di alcuni terreni. La mordacchia fu usata principalmente in Scozia, ma anche in Inghilterra e in Galles, dove però non fu inserita tra gli strumenti di punizione ufficiale. Dalla Gran Bretagna arrivò anche in Germania, dove aggiunsero una campanella, che doveva attirare l’attenzione sulla vittima durante le umilianti passeggiate.

La briglia della comare era una punizione riservata quasi esclusivamente alle donne, ma solo a quelle delle fasce più povere: le nobili e aristocratiche dame britanniche potevano sparlare senza il rischio di essere “imbrigliate”.
Le donne del popolo invece, rischiavano di essere sottoposte a questa tortura anche per motivi non legati alla calunnia: bastava essere sospettate di stregoneria, o semplicemente mostrarsi ribelli e “moleste”. Se la mordacchia fu usata comunemente nel Regno Unito fino al 17° secolo (anche se risulta presente nella lista delle punizioni ancora nel 1856, in un paesino del Lancashire), nel Nuovo Mondo, dove arrivò grazie alle colonie britanniche, la briglia venne usata come punizione corporale per gli schiavi durante tutto il 18° secolo (un classico esempio di civiltà europea esportato nella terra dei selvaggi pellerossa).  di Annalisa Lo Monaco

Fonte: https://www.google.it/amp/s/www.vanillamagazine.it/la-briglia-della-comare-tortura-rinascimentale-che-puniva-il-pettegolezzo/amp/


Viterbocitta.it è un giornale online approvato anche da Google News. Per ricevere i nostri aggiornamenti e restare informato su questo argomento ti invitiamo a seguirci sul nostro profilo ufficiale di Google News