Salvini, serve un miracolo. Bruno Vespa: “Si prepari, pioveranno pugni da ogni parte, sempre più forti”

Serve un miracolo a questo governo per andare avanti. Bruno Vespa ricorre a una suggestiva immagine biblica per spiegare le gravi difficoltà di Matteo Salvini e Luigi Di Maio: “Al tavolo della maggioranza il vino è finito dal 26 maggio, quando il 32 a 17 per il Movimento 5 Stelle del 4 marzo si è trasformato in un 34 a 17 per la Lega“. E se sull’Autonomia l’acqua non diventa vino, il governo va a casa. La distanza tra Lega e M5s è “abissale”, ma “forse anche stavolta il miracolo di Cana si rinnoverà”.

Il guaio, aggiunge sibillino il conduttore di Porta a porta nel suo editoriale del sabato sul Quotidiano nazionale, Salvini ha sì due buoni motivi per non far cadere il governo, ma potrebbe pagarne le conseguenze a caro prezzo. Certo, suggerisce Vespa, Salvini “non vuole fare campagna elettorale in agosto”, e probabilmente “non è più sicuro che in caso di crisi Zingaretti non appoggerebbe i 5 Stelle per un governo alternativo”, vista anche la simpatia che nutre un tandem Pd-M5s presso i consiglieri di Mattarella. Ma basta dare un’occhiata a quanto sta accadendo sul caso “fondi russi“: “Si può star certi che i pugni sul sopracciglio (Savoini) continueranno ad arrivargli da ogni parte, a cominciare dai 5 Stelle che rilanciano di nuovo la questione morale”, conclude Vespa. Tra una settimana si chiuderà la finestra per votare a fine settembre e la legislatura quasi sicuramente continuerà: “ma gli attacchi diventeranno più forti”. La vera domanda, per Salvini, è questa: conviene davvero tenere duro?


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